HOME GUIDA COMPLESSO A 2A - CEREALICOLTURA |
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CEREALICOLTURA
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La parte relativa alla cerealicoltura è ampiamente documentata, sia per quanto riguarda le attrezzature che per le macchine. La prima operazione nella fase di raccolta era la mietitura.
Si passa, così, dai primi falcetti, alle roncole per il taglio delle stoppie (parete in alto a destra) alle successive falci con manico di cui si può seguire una modesta evoluzione nella presenza o meno di "maniglie a presa" o nell'aggiunta di rebbi di legno per predisporre verticalmente i ciuffi da tagliare (parete in alto a sinistra), ai trincia-fascio a pressione verticale, nonché trinciaforaggi manuali e vari tipi di rastrello.
Una volta raccolto, dalle andane o dai cumuli si formavano i covoni o fasci legati, dopodiché il grano veniva trasferito col carro nell'aia, dove veniva conservato all'aperto o sottotetto fino al momento della trebbiatura. Una volta pronta l'aia per la trebbiatura, vi veniva sparpagliato il grano. Successivamente si procedeva alla battitura con bastone o facendo calpestare i covoni dagli zoccoli degli animali. L'operazione successiva era la pulitura del grano, che consisteva nell'eliminazione della paglia con l'uso di forche (preferibilmente con rebbi di legno per non infilzare la paglia) e rastrelli o scope a ramaglie per i piccoli residui, e nella separazione del chicco dalla pula, ovvero gli involucri staccati durante la trebbiatura, nonché eliminazione dei frammenti minuti di paglia, spighe, grani cattivi, semi di erbacce ed altri corpi estranei.
La separazione poteva avvenire per ventilazione o crivellazione. Un antico sistema prevedeva invece la spulatura per caduta, che consisteva nel lasciar cadere il grano a terra dalle mani, mentre più comune era la ventilazione abbinata al lancio: il mucchio di grano veniva lanciato in aria con palee forche o lenzuola, possibilmente contro vento.
In seguito, con i cosiddetti buratti, si ottenne una ventilazione artificiale con metodo meccanico; nel museo è presente una numerosa serie di questi ultimi, che coprono un arco cronologico tra il '700 ed il '900. Una volta pulito, il grano era conservato nei granai, stanze asciutte e ben arieggiate, poste in zone sottotetto. Completano l'esposizione due selezionatrici di sementi (con una delle due si procedeva anche alla diretta insaccatura), nonché una macchina da cucire per cuoio (usata per selle o sacchi).
Altri strumenti (sgranatori manuali e meccanici) testimoniano, invece, la produzione di mais da cui si otteneva la farina per la polenta.
Nelle vetrine della parete sinistra sono esposte una serie di carrucole da pozzo o da granaio e delle asce medievali. Sempre alle pareti, sui pannelli, vi sono una serie di roncole per il taglio delle stoppie e mannaie per il taglio dei boschi cedui.
Alle pareti sono appesi dei quadri con le illustrazioni, anche a colori, della flora, della fauna ed attrezzi agricoli, con stampe e litografie originali del '700 e '800.
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