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TIPOGRAFIA

 

In questa sezione è stato riprodotto un laboratorio tipografico che, con i suoi strumenti ed attrezzature qui esposte, operò tra la fine dell'800 ed il 1945 circa, con l'eccezione per qualche macchinario utilizzato fino agli anni '70 del nostro secolo.

 

La ricostruzione del laboratorio artigianale, quale si presentava a cavallo tra '800 e '900, permette di visualizzare l'organizzazione del lavoro all'interno di un'officina tipografica nel periodo della cosiddetta stampa manuale.

La prima fase consisteva nella composizione. I caratteri di legno o di piombo, prelevati da banchi, venivano allineati nel compositoio (ferro lungo e stretto per l'appoggio dei caratteri), componendo le righe, poi le pagine e, infine, le forme, destinate alla stampa.

Composta la forma, il mazziere la inchiostrava con particolari tamponi e la collocava sul piano porta-forma.

 

La fase successiva era la stampa mediante il torchio a mano. Il torcoliere fissava il foglio sul timpano e, ripiegato su quest'ultima, la fraschetta; a sua volta, il complesso timpano-fraschetta veniva ruotato sul piano porta-forma che veniva fatto scorrere sotto la platina.

Allora il torcoliere dava il cosiddetto colpo di barra, facendo premere il foglio di carta sui caratteri inchiostrati, realizzando la stampa. Solitamente si procedeva per fascicoli.

 

L'operazione di stampa vera e propria era preceduta dalla tiratura delle bozze, corrette da correttori di professione o dall'autore del testo: dunque, la prima fase di lavoro del compositore aveva termine quando ciascuna pagina era saldamente bloccata nella sua forma e una bozza di stampa poteva essere consegnata al correttore. Successivamente, i fogli stampati venivano appesi ad asciugare.

 

Nella tipografia in questione veniva realizzata anche la fase successiva della legatura dei fascicoli stampati, mediante l'uso di una perforatrice e di un telaietto in legno.

Altre attrezzature presenti in questa tipografia erano la smussatrice, pezzo piuttosto raro, almeno in Friuli, che quasi nessuna tipografia possedeva ai primi del '900, poi la cosiddetta balestra o "avantas" (vantaggio), di legno, con bordi a sinistra e in basso, usata per appoggiare le righe e fare gli stampi tipografici, infine, un numeratore normale in bronzo/ottone del 1915-1918.

 

Verso la fine dell'800 il laboratorio tipografico si dotò di una moderna macchina da stampa piano-cilindrica con puntatura a mano; essa funzionava ad acqua, con cinghia di trazione, perciò veniva solitamente collocata ove c'era acqua corrente. Dunque, questa riproduzione di tipografia permette di osservare quale fu, tra '800 e '900, il passaggio della stampa tipografica dal torchio a mano alla macchina stampatrice.

 

 

 

 

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