Roberto De Stefani
Cervignano 22.07.1930 Udine 29.03.2006
"Liutaio per passione"
 

 

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Roberto De Stefani nasce a Cervignano del Friuli il 22 luglio 1930 da Francesco ed Herta Mathè, zurighese. Dopo pochi anni la famiglia si trasferisce a Gorizia, dove il padre fonda e poi dirige la Banca Popolare Giuliana e lì, i due figli Roberto e Luciana, svolgono i loro studi.

Negli anni cinquanta Roberto lavora in Svizzera presso l'industria dello zio materno, ma rientra a Gorizia per sposarsi con la toscana Nazzarena Lancisi da cui ha i due figli, Giuliana e Marco.
Da allora svolge il suo impegno professionale presso la Cassa di Risparmio di Gorizia ed è nella maturità che inizia a coltivare un interesse tecnico per quei violini che ha sempre visto in famiglia: suo padre suonava il violino e lo insegnava o meglio, tentava di insegnarlo, a figli e nipoti.

Nello studio di Francesco c'era sempre il leggio con uno spartito aperto ed altri erano sparsi sulla scrivania: anche in tarda età, passando in primavera davanti alle finestre aperte della sua casetta, lo si sentiva intonare qualche aria di Corelli.
Come per molti di quella generazione (1895-1983), far musica e ballare erano le due principali declinazioni del divertimento nelle occasioni familiari e sociali. Anche per Francesco si è trattato di
un"'eredità familiare": suo padre Amedeo suonava a sua volta vari strumenti ed era stato organista e compositore.
Così si è sviluppata la sensibilità per la musica, la consuetudine con alcuni strumenti, la curiosità per l'acustica e la sfida della creazione di un violino.
Roberto avvia da autodidatta lo studio del disegno preparatorio secondo la scuola cremonese, ed in breve nasce una vera passione perla produzione liutaria.

 

 

Roberto in laboratorio mentre lavora

 

Roberto in Laboratorio.

 


Tra la ricerca bibliografica e quella dei materiali, inizia a frequentare liutai friulani autodidatti come lui,mantenendo costanti rapporti con i professionisti di Cremona.
A mio parere, il pregio dell'esposizione permanente del laboratorio di Liutaio che oggi inauguriamo, consiste in primo luogo nella completezza e rappresentatività degli strumenti ed attrezzi
effettivamente usati nella creazione dello strumento.

L'esposizione fotografica in bacheca illustra l'articolato processo di costruzione ed è pensata in particolare per gli studenti che usualmente visitano il museo. Inoltre, come in ogni attività di artigianato artistico, alcune operazioni richiedono strumenti di lavoro non disponibili sul mercato: ecco la teoria di piccolissime pialle in legno ed ottone costruite ad hoc e visibili in una delle vetrinette.
Apparentemente la liuteria si presenta quindi come un'attività di precisione, pazienza, eticolosità: un interesse tranquillo di un uomo tranquillo, insomma.
Eppure nella lunga e complessa costruzione di un violino ci sono passaggi addirittura pericolosi. Mi riferisco alla produzione tradizionale della vernice, le cui ricette vengono tramandate gelosamente dai liutai omettendo però sempre qualche dettaglio segreto che servirebbe a non farla impazzire, virare o... esplodere: tutti eventi accaduti più volte nella cantina di casa De Stefani.

Per questo abbiamo esposto ai visitatori anche uno dei momenti più drammatici della passione di mio padre: un violino bell'e finito ma ... irrimediabilmente rovinato da un'infingarda vernice!
Se c'è la passione, però, non si getta la spugna!
Ringrazio quanti, in quest'ala dedicata alle attività domestiche della famiglia De Stefani, apprezzeranno anche la sezione "Liutaio".

 


Giuliana De Stefani
 

 

 

 

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