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Prefazione

 

 

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Da oltre venticinque anni conosco l'Avv. Michele Formentini, con il quale ho avviato una stretta collaborazione professionale, impostata principalmente sulla stima reciproca, nonché nella realizzazione di questo Museo e nella successiva gestione, della quale sono tutt'ora il conservatore.
 

Questo fatto mi ha dato modo di apprezzare le sue qualità e l'amore che mette nel suo lavoro e nelle iniziative che intraprende. Persona colta e di esperienza, è una figura poliedrica, dai mille interessi ed è anche un vulcano di idee.
Innumerevoli sono le iniziative che ha intrapreso nel corso della sua vita, le conosco con dovizia di particolari, ne abbiamo parlato innumerevoli volte ed ogni volta rimango stupito delle capacità, della visione del corso delle cose, del suo coraggio nel prendere iniziative apparentemente rischiose che puntualmente precorrono i tempi.
 

L'idea di creare un Museo della Civiltà Contadina gli venne fin dagli anni sessanta, quando la tecnologia avanzante anche nel campo agricolo, stava rendendo "pezzi da museo" gli attrezzi e le macchine ausiliatrici (trainate da buoi e cavalli per alleviare le fatiche dell'uomo) che erano state usate quasi immutate per secoli. Si diede quindi alla loro raccolta, cominciando da quelli in uso nelle cantine e per la coltivazione dei terreni.
 

Con questa attrezzatura a disposizione partecipò, nel 1986, alla mostra "Viti e Vini della Contea" - Spunti per una storia delle viticoltura nell'ottocento isontino - che, da un'idea di Aldo Bader con la collaborazione di Paola Francescon e di Giovanni Colugnati, fu realizzata nel territorio di Romans d'Isonzo.

 

Successivamente, sempre con la citata e nutrita attrezzatura raccolta, incominciò a riempire alcuni magazzini, finché arrivò a circa seimila reperti, numero sufficiente per allestire un Museo del settore.
Un secondo passo fu quello di trovare, cosa non facile, locali adatti delle necessarie dimensioni.


Nel 1989 individuò il luogo che gli sembrò adatto ed iniziò il restauro della casa Villari di Aiello, da lui ereditata dallo zio Mario de Nipoti. Fu subito avvicinato dal Geometra Perini, noto professionista del luogo, che gli propose l'acquisto della Fattoria de Fin, all'epoca di proprietà Kercivoi. Fecero assieme un sopralluogo e nel giro di pochi minuti l'affare fu concluso, infatti il nuovo sito era cinque volte più grande e la struttura già restaurata negli anni settanta, dopo un incendio del "Folador". Questo centro aziendale si sarebbe prestato egregiamente da contenitore naturale di attrezzi agricoli e successivamente anche artigianali.
 

Va dato atto fin d'ora che l'Avv. Michele Formentini ne fu l'ideatore ed il fondatore ed anche l'animatore di tutte le iniziative, dall'allestimento del museo, fino alla realizzazione delle attività collaterali di vitalizzazione.
 

Seppe farsi affiancare fin dall'inizio da validi collaboratori, sia sul piano pratico, che in quello culturale, che gli consentirono poi di consolidare, nel 2010, con atto pubblico notarile, l'Associazione Culturale "Musei Formentini della Vita Rurale - ONLUS" e di dotarla della proprietà della struttura, nonché di aggiungere altri Musei nell'ambito del Friuli Venezia Giulia.
 

 

 

Mauro Nocchieri

 

 

 

 

 

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