Introduzione
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Nei vocabolari della lingua italiana il termine "museo" è descritto come un luogo dove vengono raccolte collezioni di opere d'arte, documenti, oggetti di storia naturale o storia tecnica. In questo termine così riduttivo bisogna però far entrare la sezione n° 24 "L'eredità umana di due secoli di lavori femminili" inserita nel museo della Civiltà contadina del Friuli imperiale, sito in Aiello del Friuli. Si tratta infatti di un insieme di oggetti di storia familiare non collezionati ma trovati in quelle miniere che sono le case antiche, dove sono vissuti esseri umani, persone di tutti i giorni, con le proprie gioie e i propri dolori, persone di cui, in questo caso, si conoscono i nomi e i cognomi, insieme con le date di nascita e di morte.
Tutti gli oggetti quindi, non collezionati ma semplicemente raccolti dalla vita quotidiana, contengono anche la storia del territorio, come anche i tempi della storia. Un esempio può avvenire nelle coperte militari risalenti alla prima guerra mondiale e destinate a riparare i soldati dal freddo delle trincee. Ricamate e ornate con frange, sono diventate gradevoli tappeti scendiletto. Un'occasione come tante di riutilizzo di qualcosa che altrimenti sarebbe andato perduto. Ma in una della case-miniera si è trovato anche qualche accenno di storia della tecnica, come per esempio le istruzioni, esposte in una vetrina, per l'uso di una delle prime lavabiancheria che ben poco ha che fare con quelle di oggi ma ancor meno con i mastelli e le ceneri sbiancanti usati nel passato per fare i bucati. Ma si trovano soprattutto quelli che sono oggetti "d'amore" come i corredi di nozze e quelli dei neonati ai quali veniva dedicata un'attenzione particolare. Le undici carnicine esposte nel museo, intarsiate con pizzi finissimi, sono ma diversa dall'altra, ma in questo caso nessun neonato le indossò: erano troppo belle per il logorante uso quotidiano e soprattutto per i saponi e i viaggi di un tempo. Le cuffiette indicano le tendenze di moda di ogni epoca: da quella settecentesca in seta celestina con roselline gialle a quella di lana di ispirazione nordica. Muffolette e scarpine di lana sono giunte spaiate e questo conferma il loro effettivo uso. Sontuosi sono gli abitini da battesimo e la parure in punto Richelieu dalle misure un po' grandi per un neonato che oltre ad una sontuosa giacchettina aveva anche una sontuosa cuffietta e un port-enfant quasi regale.
Ogni vetrina è lo specchio di momenti della vita: da quando le giovani si agghindavano per qualche occasione elegante a quando dovevano affrontare piccoli viaggi che sembravano tanto lunghi e avventurosi. Fra i bottoni ci sono quelli che sono passati attraverso decenni con una serie di accorgimenti per salvarne il riutilizzo. Gli imparaticci, dei quali attraverso le sigle o il nome per esteso è accertata l'autrice, ricordano momenti d'ansia e d'impegno, perché tutti questi lavori finivano poi nelle pagelle ovvero nelle "notizie scolastiche".
Ogni vetrina del museo è quindi un pezzo della vita di una o più persone, presenti con le loro aspirazioni, i loro sogni ed anche la durezza della realtà. Tutto va visto quindi con tenerezza e con interesse che vanno ben al di là del valore materiale dei singoli oggetti, quasi inesistente. Poiché in essi c'è ancora un palpito di vita, ci sono anche tante piccole storie avvenute nell'arco di due secoli, che cercherò di narrare sfogliando vecchi documenti sui quali nessuno storico perderebbe il proprio tempo.
Vera Squarcialupi
Panoramica generale del settore museale dedicato ai lavori femminili.
Indice 1 Annetta e il suo viaggio a Venezia................Pag. 8 2 L'incontro di Annetta e Amedeo...................Pag. 15 3 I corredi di nozze.........................................Pag. 17 4 Come facevano il bucato..............................Pag. 23 5 L'attività di Amedeo.....................................Pag. 28 6 Le pagelle, ovvero le "notizie scolastiche"......Pag. 34 7 La piccola anagrafe domestica di Annetta.....Pag. 42 8 Il penultimo atto di Annetta...........................Pag. 48 |
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